LAVORO

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DONNE E LAVORO

Le donne hanno particolari difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. La percentuale di inattività femminile in Italia ad inizio legislatura sfiorava il 46%, uno dei tassi più alti d’Europa. In questa legislatura ho lavorato molto su questo tema cercando di introdurre meccanismi che stimolino il rientro al lavoro delle donne, che troppo spesso lasciano dopo la nascita dei figli. Negli anni sono state introdotte molte misure per affrontare il problema, ma dai risultati incerti. Nella mia attività parlamentare ho cercato di capire cosa ha funzionato, cosa no, e cosa si potrebbe fare di nuovo per stimolare l’occupazione femminile.

 


 

1)   INTERROGAZIONE SUGLI INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Come primo atto nel luglio del 2013 ho presentato un’interrogazione al Ministero del lavoro per capire quali fossero stati i risultati degli sgravi per le assunzioni/stabilizzazioni di giovani e donne introdotte dal Governo Monti. Risultati. L’allora Ministro del lavoro Giovannini rispose all’interrogazione con un intervento in Aula in cui illustrò i dati ottenuti dal monitoraggio effettuato. Il Ministro spiegò come fossero state presentate 44.054 domande di incentivi, e accettate 24.581 domande per un totale di 232,1 milioni di euro. Aggiunse inoltre che 23 mila casi sui 24 mila circa gestiti riguardavano la conversione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. I dati mi sollecitarono una riflessione sulla efficacia degli incentivi solamente in chiave di “stabilizzazione” dei contratti, ma sulla loro scarsa incisività nel creare nuovi posti per giovani e donne, e sulla necessità di elaborare altri tipi di interventi per stimolare e sostenere l’occupazione femminile. Iniziai quindi a lavorare su nuove iniziative, come la proposta di legge sui redditi da lavoro delle donne descritta al punto 5.


 

2)  CONCILIAZIONE VITA-LAVORO: LA PROPOSTA DI LEGGE SU SMARTWORKING

Ad inizio legislatura ho sostenuto e cofirmato una proposta di legge a prima firma dell’on. Alessia Mosca per introdurre nuove modalità di lavoro che diano la possibilità di definire luoghi e orari più flessibili di lavoro, facendo leva sulle nuove tecnologie. Una proposta che ho cercato di promuovere anche – e soprattutto – dopo che l’on. Mosca è stata eletta all’Europarlamento, per accertarmi che una iniziativa così importante non cadesse nel vuoto e venisse seguita anche dopo la sua partenza per Bruxelles. Ne sono nati, anche su questo tema, incontri, convegni, interviste, per far conoscere la proposta e sensibilizzare tutte le parti sociali sulla sua importanza. Risultati: Nel 2014 la proposta di legge sullo smartworking ha iniziato il suo iter in commissione, finchè nel 2015 il Governo ha deciso di includere questa norma all’interno delle del pacchetto complessivo della Riforma del Lavoro, garantendo quindi una più rapida adozione di queste misure.

 


 

3)  UNA MOZIONE PER RIPENSARE LE POLITICHE DI GENERE

A dicembre 2013 ho presentato una mozione sulle pari opportunità che è stata condivisa trasversalmente da deputate e deputati dei vari schieramenti. La mozione promuoveva un approccio alle pari opportunità fortemente incentrato sulle opportunità di lavoro e sull’emancipazione economica delle donne, chiedendo inoltre una riorganizzazione più efficiente di risorse e strumenti, ed una seria valutazione dei loro risultati e sull’attivazione di misure volte ad un’inclusione attiva delle donne nel mondo del lavoro. Risultati: La mozione è stata approvata a larga maggioranza dalla Camera nel novembre 2014.  

 


 

4)  PARI OPPORTUNITÀ: UNA PIATTAFORMA BIPARTISAN PER UN NUOVO APPROCCIO

Per dare seguito all’impegno trasversale che aveva portato all’approvazione della mozione del 2014, nel marzo 2015 assieme alle colleghe Fabrizia Giuliani e Mara Carfagna abbiamo lanciato una piattaforma di proposte per rilanciare la partecipazione femminile al mercato del lavoro ed altre misure per una maggiore inclusione delle donne nella vita sociale ed economica del Paese. In questa mia intervista per Linkiesta maggiori dettagli sul tema e alcune proposte per contrastare la disoccupazione femminile. La piattaforma era incentrata su tre punti chiave: un nuovo approccio per sostenere le donne vittima di violenza (che sono confluiti nella normativa per l’introduzione del cosiddetto “codice rosa”), una proposta per aumentare i giorni di congedo paterno (che è stato portato da uno a quattro giorni) e una proposta da me elaborata per introdurre una tassazione agevolata per le donne che rientrano al lavoro dopo la maternità.  

 


 

5)   DETASSARE LE DONNE CHE RIENTRANO AL LAVORO: LA MIA PROPOSTA DI LEGGE

Il 22 giugno ho depositato la proposta di legge per la detassazione del lavoro femminile che consiste in misure fiscali a sostegno della partecipazione al lavoro delle madri con figli minori inattive da almeno tre anni. Con questa proposta si ribalta la logica dell’incentivo fiscale: anziché dare uno sgravio al datore di lavoro, lo si dà alla madre stessa. Il motivo per il ribaltamento di approccio è legato ad alcuni studi che hanno evidenziato come le donne molto spesso non cerchino neppure lavoro perché i salari di ingresso per loro sono generalmente molto bassi e l’opzione lavoro diventa poco appetibile. Dare uno sgravio fiscale alle mamme significa dare alle stesse più liquidità in tasca, e quindi un incentivo in più a rientrare al lavoro.

 Risultati: il provvedimento è stato firmato da colleghi di diversi partiti, ma, purtroppo, non è mai stato calendarizzato né incluso in altri provvedimenti nonostante miei tentativi di inserire questi sgravi tramite emendamenti.

POLITICHE ATTIVE

Orientare, formare, avviare al lavoro, agevolare l’incontro tra le competenze dei lavoratori e le esigenze delle aziende, sostenere i lavoratori nei momenti di transizione da un lavoro all’altro: queste sono le attività essenziali per far sì che il mercato del lavoro sia veramente fluido e che la flessibilità non si riversi negativamente sui lavoratori. Purtroppo su questo fronte l’Italia ha dei ritardi enormi, che la Riforma del Lavoro ha in parte cercato di recuperare, ma su cui c’è ancora molta strada da fare. Per questo mi sono impegnata molto su questo fronte, con varie iniziative.

 


 

1) UNA RISOLUZIONE PER RAFFORZARE L’AGENZIA NAZIONALE PER LE POLITICHE ATTIVE

La Riforma delle politiche attive ha subito molti ritardi, dovuti anche al fatto che la sua elaborazione ed implementazione si è intrecciata con altre riforme – come quella delle province e quella, poi bocciata, del Titolo V della Costituzione, che ne hanno fortemente condizionato l’iter. Oggi dobbiamo quindi assicurarci che quella parte così importante della riforma non si areni e continui a camminare su gambe solide. Per questo motivo a settembre 2017 ho presentato una risoluzione in Commissione Lavoro in cui sollecitavo il Governo a condurre un’analisi della funzionalità dell’ANPAL, dell’adeguatezza delle sue risorse, umane ed informative (accesso alle basi dati), e della risposta delle regioni sull’adozione di standard e livelli essenziali comuni, sollecitando altresì la firma degli accordi tra Stato e Regioni per garantire maggior coordinamento tra i diversi livelli di governo. Risultati. La Risoluzione è stata accolta dal Governo e approvata in Commissione a novembre 2017. Il 21 dicembre 2017, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa sui livelli essenziali delle prestazioni per le politiche attive, i criteri per i sistemi di accreditamento dei servizi per il lavoro, nonché l’accordo sul cosiddetto “Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro” per rafforzare il coordinamento delle politiche attive. Il Governo ha inoltre inserito nella Legge di Bilancio 2018 risorse aggiuntive per l’operatività dell’ANPAL, e anche una norma per l’implementazione del sistema informativo unitario del lavoro mediante scambio di dati e informazioni sulle persone disoccupate tra ANPAL, Regioni e Agenzie per il Lavoro.

 


 

2)  LA MISSIONE A BERLINO

Pietro Benassi Irene Tinagli e Alessia RottaAssieme alla risoluzione ho organizzato, in collaborazione con la nostra Ambasciata a Berlino, una missione parlamentare in Germania per approfondire il sistema tedesco e capire come avere un sistema efficace di politiche attive in un contesto di forti autonomie regionali.   In questa missione è stato possibile incontrare e confrontarci con dirigenti e funzionari del Ministero del Lavoro tedesco, in particolare con i responsabili dei programmi sul reddito minimo di inclusione, delle politiche attive per i giovani e delle politiche di integrazione al lavoro di migranti e rifugiati, oltre ad incontri con dirigenti dell’Agenzia Federale per il lavoro e una visita al Job Center di Berlino Mitte, il più grande di Berlino.

Risultati: La missione ha consentito la raccolta di materiali e informazioni sul sistema tedesco che sono state incluse in una relazione presentata alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Qui potete trovare la relazione completa della missione. La missione è stata importante anche per predisporre alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 e trarre ispirazione per una proposta sulle politiche attive per i giovani che ho avuto modo di elaborare nei mesi successivi.

 


 

3)  UNA PROPOSTA PER ISTITUIRE LE AGENZIE PROFESSIONALI PER I GIOVANI

 

Anello mancante proposte di legge giovanile Irene TinagliPrendendo ispirazione dal sistema tedesco ho deciso di approfondire la loro recente iniziativa di istituire nelle principali città delle “Agenzie Professionali per i Giovani” che uniscono competenze di vario tipo (educativo, imprenditoriale, psicologico, sociale) per fornire numerosi servizi ai giovani sotto i venticinque anni: dall’orientamento scolastico sin dalle scuole medie al supporto psicologico per chi vive situazioni di disagio al supporto nell’identificazione di percorsi formativi ed occupazionali. E sulla base di questo approfondimento ho avanzato una proposta per l’istituzione, anche in Italia, di analoghe strutture (che potrebbero nascere anche dalla riorganizzazione e rafforzamento di strutture già esistenti, così come è avvenuto in Germania. Ho coinvolto i giovani economisti del think tank Tortuga e ne è nato un documento molto bello e utile che potete leggere qui. In questo articolo pubblicato da LaStampa, invece, ho sintetizzato la proposta per l’introduzione delle Agenzie Professionali per i Giovani in Italia.

INCENTIVI E SGRAVI

Orientare, formare, avviare al lavoro, agevolare l’incontro tra le competenze dei lavoratori e le esigenze delle aziende, sostenere i lavoratori nei momenti di transizione da un lavoro all’altro: queste sono le attività essenziali per far sì che il mercato del lavoro sia veramente fluido e che la flessibilità non si riversi negativamente sui lavoratori. Purtroppo su questo fronte l’Italia ha dei ritardi enormi, che la Riforma del Lavoro ha in parte cercato di recuperare, ma su cui c’è ancora molta strada da fare. Per questo mi sono impegnata molto su questo fronte, con varie iniziative.

 


 

1) UNA RISOLUZIONE PER RAFFORZARE L’AGENZIA NAZIONALE PER LE POLITICHE ATTIVE

La Riforma delle politiche attive ha subito molti ritardi, dovuti anche al fatto che la sua elaborazione ed implementazione si è intrecciata con altre riforme – come quella delle province e quella, poi bocciata, del Titolo V della Costituzione, che ne hanno fortemente condizionato l’iter. Oggi dobbiamo quindi assicurarci che quella parte così importante della riforma non si areni e continui a camminare su gambe solide. Per questo motivo a settembre 2017 ho presentato una risoluzione in Commissione Lavoro in cui sollecitavo il Governo a condurre un’analisi della funzionalità dell’ANPAL, dell’adeguatezza delle sue risorse, umane ed informative (accesso alle basi dati), e della risposta delle regioni sull’adozione di standard e livelli essenziali comuni, sollecitando altresì la firma degli accordi tra Stato e Regioni per garantire maggior coordinamento tra i diversi livelli di governo. Risultati. La Risoluzione è stata accolta dal Governo e approvata in Commissione a novembre 2017. Il 21 dicembre 2017, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa sui livelli essenziali delle prestazioni per le politiche attive, i criteri per i sistemi di accreditamento dei servizi per il lavoro, nonché l’accordo sul cosiddetto “Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro” per rafforzare il coordinamento delle politiche attive. Il Governo ha inoltre inserito nella Legge di Bilancio 2018 risorse aggiuntive per l’operatività dell’ANPAL, e anche una norma per l’implementazione del sistema informativo unitario del lavoro mediante scambio di dati e informazioni sulle persone disoccupate tra ANPAL, Regioni e Agenzie per il Lavoro.

 


 

2)  LA MISSIONE A BERLINO

Pietro Benassi Irene Tinagli e Alessia RottaAssieme alla risoluzione ho organizzato, in collaborazione con la nostra Ambasciata a Berlino, una missione parlamentare in Germania per approfondire il sistema tedesco e capire come avere un sistema efficace di politiche attive in un contesto di forti autonomie regionali.   In questa missione è stato possibile incontrare e confrontarci con dirigenti e funzionari del Ministero del Lavoro tedesco, in particolare con i responsabili dei programmi sul reddito minimo di inclusione, delle politiche attive per i giovani e delle politiche di integrazione al lavoro di migranti e rifugiati, oltre ad incontri con dirigenti dell’Agenzia Federale per il lavoro e una visita al Job Center di Berlino Mitte, il più grande di Berlino.

Risultati: La missione ha consentito la raccolta di materiali e informazioni sul sistema tedesco che sono state incluse in una relazione presentata alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Qui potete trovare la relazione completa della missione. La missione è stata importante anche per predisporre alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 e trarre ispirazione per una proposta sulle politiche attive per i giovani che ho avuto modo di elaborare nei mesi successivi.

 


 

3)  UNA PROPOSTA PER ISTITUIRE LE AGENZIE PROFESSIONALI PER I GIOVANI

 

Anello mancante proposte di legge giovanile Irene TinagliPrendendo ispirazione dal sistema tedesco ho deciso di approfondire la loro recente iniziativa di istituire nelle principali città delle “Agenzie Professionali per i Giovani” che uniscono competenze di vario tipo (educativo, imprenditoriale, psicologico, sociale) per fornire numerosi servizi ai giovani sotto i venticinque anni: dall’orientamento scolastico sin dalle scuole medie al supporto psicologico per chi vive situazioni di disagio al supporto nell’identificazione di percorsi formativi ed occupazionali. E sulla base di questo approfondimento ho avanzato una proposta per l’istituzione, anche in Italia, di analoghe strutture (che potrebbero nascere anche dalla riorganizzazione e rafforzamento di strutture già esistenti, così come è avvenuto in Germania. Ho coinvolto i giovani economisti del think tank Tortuga e ne è nato un documento molto bello e utile che potete leggere qui. In questo articolo pubblicato da LaStampa, invece, ho sintetizzato la proposta per l’introduzione delle Agenzie Professionali per i Giovani in Italia.

LAVORO E INNOVAZIONE

Orientare, formare, avviare al lavoro, agevolare l’incontro tra le competenze dei lavoratori e le esigenze delle aziende, sostenere i lavoratori nei momenti di transizione da un lavoro all’altro: queste sono le attività essenziali per far sì che il mercato del lavoro sia veramente fluido e che la flessibilità non si riversi negativamente sui lavoratori. Purtroppo su questo fronte l’Italia ha dei ritardi enormi, che la Riforma del Lavoro ha in parte cercato di recuperare, ma su cui c’è ancora molta strada da fare. Per questo mi sono impegnata molto su questo fronte, con varie iniziative.

 


 

1) UNA RISOLUZIONE PER RAFFORZARE L’AGENZIA NAZIONALE PER LE POLITICHE ATTIVE

La Riforma delle politiche attive ha subito molti ritardi, dovuti anche al fatto che la sua elaborazione ed implementazione si è intrecciata con altre riforme – come quella delle province e quella, poi bocciata, del Titolo V della Costituzione, che ne hanno fortemente condizionato l’iter. Oggi dobbiamo quindi assicurarci che quella parte così importante della riforma non si areni e continui a camminare su gambe solide. Per questo motivo a settembre 2017 ho presentato una risoluzione in Commissione Lavoro in cui sollecitavo il Governo a condurre un’analisi della funzionalità dell’ANPAL, dell’adeguatezza delle sue risorse, umane ed informative (accesso alle basi dati), e della risposta delle regioni sull’adozione di standard e livelli essenziali comuni, sollecitando altresì la firma degli accordi tra Stato e Regioni per garantire maggior coordinamento tra i diversi livelli di governo. Risultati. La Risoluzione è stata accolta dal Governo e approvata in Commissione a novembre 2017. Il 21 dicembre 2017, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa sui livelli essenziali delle prestazioni per le politiche attive, i criteri per i sistemi di accreditamento dei servizi per il lavoro, nonché l’accordo sul cosiddetto “Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro” per rafforzare il coordinamento delle politiche attive. Il Governo ha inoltre inserito nella Legge di Bilancio 2018 risorse aggiuntive per l’operatività dell’ANPAL, e anche una norma per l’implementazione del sistema informativo unitario del lavoro mediante scambio di dati e informazioni sulle persone disoccupate tra ANPAL, Regioni e Agenzie per il Lavoro.

 


 

2)  LA MISSIONE A BERLINO

Pietro Benassi Irene Tinagli e Alessia RottaAssieme alla risoluzione ho organizzato, in collaborazione con la nostra Ambasciata a Berlino, una missione parlamentare in Germania per approfondire il sistema tedesco e capire come avere un sistema efficace di politiche attive in un contesto di forti autonomie regionali.   In questa missione è stato possibile incontrare e confrontarci con dirigenti e funzionari del Ministero del Lavoro tedesco, in particolare con i responsabili dei programmi sul reddito minimo di inclusione, delle politiche attive per i giovani e delle politiche di integrazione al lavoro di migranti e rifugiati, oltre ad incontri con dirigenti dell’Agenzia Federale per il lavoro e una visita al Job Center di Berlino Mitte, il più grande di Berlino.

Risultati: La missione ha consentito la raccolta di materiali e informazioni sul sistema tedesco che sono state incluse in una relazione presentata alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Qui potete trovare la relazione completa della missione. La missione è stata importante anche per predisporre alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 e trarre ispirazione per una proposta sulle politiche attive per i giovani che ho avuto modo di elaborare nei mesi successivi.

 


 

3)  UNA PROPOSTA PER ISTITUIRE LE AGENZIE PROFESSIONALI PER I GIOVANI

 

Anello mancante proposte di legge giovanile Irene TinagliPrendendo ispirazione dal sistema tedesco ho deciso di approfondire la loro recente iniziativa di istituire nelle principali città delle “Agenzie Professionali per i Giovani” che uniscono competenze di vario tipo (educativo, imprenditoriale, psicologico, sociale) per fornire numerosi servizi ai giovani sotto i venticinque anni: dall’orientamento scolastico sin dalle scuole medie al supporto psicologico per chi vive situazioni di disagio al supporto nell’identificazione di percorsi formativi ed occupazionali. E sulla base di questo approfondimento ho avanzato una proposta per l’istituzione, anche in Italia, di analoghe strutture (che potrebbero nascere anche dalla riorganizzazione e rafforzamento di strutture già esistenti, così come è avvenuto in Germania. Ho coinvolto i giovani economisti del think tank Tortuga e ne è nato un documento molto bello e utile che potete leggere qui. In questo articolo pubblicato da LaStampa, invece, ho sintetizzato la proposta per l’introduzione delle Agenzie Professionali per i Giovani in Italia.