Di seguito la mia interrogazione sul caso Whirlpool
TINAGLI – Ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia. – Per sapere – premesso che:
in data 11 luglio 2014, il Gruppo Indesit ha comunicato ufficialmente di aver sottoscritto un accordo per la cessione alla Whirlpool Corporation del 66,8% della partecipazione detenuta dalla holding Fineldo SpA;in data 25 luglio 2014 l’Agenzia Invitalia ha siglato un Contratto di Sviluppo con il Gruppo Whirlpool che prevede un investimento di 31 milioni di euro, 10 dei quali finanziati da Invitalia, per il potenziamento dello stabilimento di Napoli con un impatto occupazionale di 588 addetti tra salvaguardati e creati (attualmente lo stabilimento occupa 540 dipendenti, la nuova occupazione stimata alla stipula del Contratto era dunque stimata in 48 unità);
in data 16 aprile 2015, il Gruppo Whirlpool ha annunciato un piano di riorganizzazione aziendale che prevede la chiusura del Centro di ricerca di None e dello stabilimento di Carinaro in provincia di Caserta ( 30 chilometri da Napoli), in cui sono attualmente impiegati oltre 800 dipendenti (815);
Invitalia, istituita dal decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1, è una società per azioni partecipata al 100 percento dal Ministero dell’economia e delle finanze ed opera attraverso vari strumenti, tra i quali la sottoscrizione dei cosiddetti «contratti di sviluppo» (istituiti con decreto ministeriale 24 settembre 2010 e regolamentati dal decreto ministeriale 14 febbraio 2014, successivamente modificato dal DM 9 dicembre 2014);l’art. 9, comma 4 lettera (b) del DM 9 Dicembre 2014 prevede che per i progetti di sviluppo industriale, l’Agenzia valuti “la coerenza industriale e la validità economica del programma di sviluppo con il relativo impatto occupazionale” degli stessi;
i Contratti di Sviluppo sono strumenti per sostenere la crescita economica ed occupazionale nelle Regioni identificate dalla Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale (n. 117/10 Italia), approvata dalla Commissione europea l 6 luglio 2010 e pubblicata nella G.U.U.E. C 215 del 18 agosto 2010;
L’intervento della azienda Whirlpool in Campania ed il piano di riorganizzazione varato a seguito dell’acquisizione di Indesit (già annunciata al momento della stipula del contratto di sviluppo con Invitalia, seppur formalmente non completata al 25 luglio 2014) comporterà una perdita netta di posti di lavoro nella regione (tenendo conto delle stimate 48 nuove assunzioni nello stabilimento di Napoli) di circa 767 posti di lavoro;
poiché ‘ i termini e i dettagli dell’accordo tra Invitalia e Whirlpool non sono mai stati resi pubblici ne’ comunicati al Parlamento e le uniche informazioni disponibili sono quelle contenute nel comunicato stampa e nel foglio Excel contente esclusivamente importi, data e beneficiari dei finanziamenti erogati dall’agenzia, non è possibile agli interroganti sapere se l’accordo con Invitalia sul finanziamento di 10milioni tenesse in qualche modo già in considerazione la riorganizzazione dello stabilimento di Caserta che sarebbe stata avviata di lì a poco e in quali termini;
In ogni caso, qualora l’accordo non includesse alcuna considerazione dello stabilimento di Caserta in virtù del fatto che al 25 luglio 2014 l’acquisizione di Indesit non era ancora completata seppur annunciata, l’azienda avrebbe dovuto ottenere una nuova autorizzazione da parte dell’agenzia Invitalia erogante il finanziamento a seguito della sensi dell’art. 19, comma 1 lettera h del DM 9 Dicembre 2014 (autorizzazione finalizzata a verificare che le operazioni societarie non alterassero o inficiassero le finalità ed i risultati del finanziamento erogato);
l’art. 19, comma 1 lettera () del DM 9 Dicembre 2014 prevede infatti che “le agevolazioni concesse sono revocate, in tutto o in parte, secondo quanto previsto nella determinazione di concessione delle agevolazioni qualora il soggetto beneficiario: (h) effettui operazioni societarie inerenti a fusione, scissione, conferimento o cessione d’azienda o di ramo d’azienda in assenza dell’autorizzazione dell’Agenzia;
l’art. 19, comma 1 lettera (e) del DM 9 Dicembre 2014 recita inoltre: “Le agevolazioni concesse sono revocate in tutto o in parte, secondo quanto previsto nella determinazione di concessione delle agevolazioni qualora il soggetto beneficiario: (e) non porti a conclusione, entro il termine stabilito, il progetto di investimento ammesso alle agevolazioni, salvo i casi di forza maggiore /o le proroghe autorizzate dall’Agenzia complessivamente di durata non superiore a dodici mesi, ovvero, qualora il programma di investimento sia eseguito in misura parziale e non risulti, a giudizio dell’Agenzia, organico e funzionale”;l’ art. 19 comma 4 del DM 9 Dicembre 2014 prevede infine che: “In caso di revoca delle agevolazioni disposta ai sensi del presente articolo, il soggetto beneficiario non ha diritto alle quote residue ancora da erogare e deve restituire in tutto o in parte il beneficio già erogato, maggiorato degli interessi e, ove ne ricorrano i presupposti, delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123”;
se i Ministri intendano:
illustrare tutti i dettagli del Contratto di Sviluppo siglato tra Invitalia e Whirlpool il 25 luglio 2005 indicando in particolar modo qualsiasi riferimento alla possibile chiusura dello stabilimento di Carinaro e all’esubero di oltre 800 lavoratori conseguente alla già annunciata acquisizione di Indesit e dei suoi stabilimenti;
Riferire se l’agenzia Invitalia avesse concesso a Whirlpool l’autorizzazione al prosieguo del contratto di sviluppo a seguito dell’acquisizione di Indesit e a quali condizioni;
avviare, a fronte di una complessiva perdita di posti di lavoro nella Regione Campania ad opera della medesima azienda beneficiaria, e contravvenendo pertanto all’obiettivo primario dei Contratti di Sviluppo, la procedura di restituzione integrale dei finanziamenti erogati dall’Agenzia Invitalia al Gruppo Whirlpool.
Avviare urgentemente una profonda revisione delle norme sui finanziamenti alle imprese e sui contratti di sviluppo per non assistere più a situazioni in cui imprese che beneficiano di sostanziosi finanziamenti pubblici con l’obiettivo di creare occupazione e sviluppo in una regione finiscano poi non solo col distruggere posti di lavoro nella stessa regione, ma anche col richiedere ulteriori risorse pubbliche per il finanziamento degli ammortizzatori sociali collegati agli esuberi.